mercoledì 7 aprile 2010

Tornano i Baustelle con "I mistici dell'Occidente". La novità rilevante è che Bianconi adesso ha i baffi a manubrio

La prima recensione del blog è per “I mistici dell'Occidente”, ultimo album dei Baustelle, ex-indie rock band italiana. Uscito lo scorso 26 marzo e preceduto dal singolo “Gli Spietati”, ha già riscosso un inaspettato plauso della critica ma soprattutto un incredibile apprezzamento da parte del “grande pubblico”. Può esserne ben contento Francesco Bianconi, cantante e compositore, nonché quello-bello-e-maledetto-che-attira-le-ragazzine, che al momento rilascia interviste a tutto spiano in cui, molto eruditamente, ci spiega le varie ed eventuali sul nuovo album: che l'idea è scaturita “dalla lettura dell’antologia di scritti di mistici del passato curata da Elémire Zolla, dal titolo omonimo” (Affaritaliani.it) e che il “misticismo” non vuole propriamente essere un qualcosa necessariamente connesso alla spiritualità bensì “la capacità di riuscire a vedere aldilà dell'unica realtà possibile” (corriere.it) rinunciando al materialismo che è il tema ricorrente dell'album. “San Francesco”, la seconda traccia del cd, parla proprio di questo: nella nostra disgraziata epoca iper-consumista del “compro dunque sono”, Bianconi consiglia di riabbracciamo il messaggio del santo d'Assisi e spogliarci dei nostri beni materiali. Un ottimo consiglio, abbastanza facile da attuare soprattutto in questi tempi di crisi nera.

Lasciando da parte il sarcasmo facile, i “Mistici dell'Occidente” soffre di una malattia parecchio diffusa: il Ripetismo. Ad esempio, ne “Gli Spietati” il riff iniziale dopo l'intro di archi (gli onnipresenti archi) è dei Rokes in “Che colpa abbiamo noi”, alla fine c'è un po' di Battiato mentre il ritornello soffre della sindrome da hit radiofonica e potrebbe somigliare a qualsiasi cosa cui la si vuol far somigliare.

Dice il buon Leonardo (qui): quando ascolti Bianconi ti tornano in mente gli incubi degli ingegneri, quelli che dicono che essendo le note solo sette (una più una meno) tutte le canzoni saranno prima o poi scritte, e questo infallibilmente succederà, anzi è già successo, probabilmente nel 1966 (per questo le avanguardie erano ochei). Poi sarebbe ingiusto non notare come lo stesso Bianconi provi ogni volta a metterci qualcosa di diverso; però la sensazione, è quella degli stilisti che sfogliano vecchie riviste alla ricerca affannosa di qualcosa di "nuovo", nel senso di qualcosa che nessuno si è ricordato di copiare da almeno dieci anni.

Però.

I Baustelle non mancano nella playlist del mio lettore mp3 e canzoni quali “Gomma”, “Il corvo Joe”, “Un Romantico a Milano” (e tante altre contenute nel primo e terzo ciddì) le ho sentite “mie”. Magari, riascoltandolo meglio, troverò nei Mistici dell'occidente qualcosa che mi dia altrettante soddisfazioni, basta che Bianconi non mi faccia la fine Morgan che a X-Factor un posto era rimasto vacante. Se volete sentirli di persona il 17 Aprile saranno a Roma. Enjoy!

Consiglio del giorno: Baustelle - Gomma

L.F.

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